Buon Natale.
Sono davvero tanti i regali che vorremmo scartare e probabilmente un solo albero non basterebbe.
Sono troppe le apprensioni per una comunità che vive un momento storico difficile, forse decisivo per la propria sopravvivenza. Il commercio langue, i liberi professionisti faticano a trarre motivi di appagamento professionale, l’emigrazione, non solo giovanile, ha raggiunto picchi da dopoguerra, i servizi pubblici, laddove non vengono meno, spesso non riescono a dare risposte soddisfacenti.
In una simile situazione si fa fatica a trovare elementi di ottimismo, ma la rassegnazione davvero non ce le possiamo permettere: non ne abbiamo il diritto.
C’è chi prima di noi ha costruito un luogo ispirato a valori eterni, con solidi principi che hanno fatto emergere la comunità acrese come tra le più sane del territorio calabrese, e tutto questo è stato fatto in condizioni date anche più dure di quelle attuali.
Ecco l’augurio più sincero che mi sento di esprimere agli acresi in particolare, e ai calabresi in generale: assecondare la fame di futuro di chi ci crede, ritrovando i motivi di una battaglia antica nei nostri solidi principi. Acri ne è capace, e la storia lo ha ampiamente dimostrato.
Buon Natale a questa terra bellissima e maledetta; ai calabresi impegnati a dimostrare che questa regione non è soltanto quella delle prime pagine di cronaca dei giornali; alla caparbietà di chi rimane ad Acri con quel pizzico di necessaria lucida follia che ci permette di abbracciare i nostri figli davanti a un tramonto che promette un domani costruito sulle solide basi di ieri.
Infine, permettetemi di rivolgere l’augurio di un sereno Natale a chi ci legge da quasi un anno e a chi condivide con me questo progetto: Buon Natale a Massimo Conocchia, Giuseppe Abbruzzo, Maria Gabriella Ferraro, Angelo Canino, Francesco Spina, Ezio Straface, Aurora Luzzi, Antonio Biagio Serra e Pino Scaglione.
Che questo giorno ci porti in dono la ferrea volontà di migliorarci.
Buon Natale, Piero Cirino.