E’ impossibile per gli uomini imparare ciò che credono di conoscere già.

Nel mondo della comunicazione, tutti devono dimostrare che sanno qualcosa, mentre la non conoscenza è dilagante ed aumenta giorno dopo giorno con la diffusione e l’utilizzo dei social.
Il sig. Pino Scaglione, che da un po’ di tempo a questa parte è ricomparso con presunzione sulla scena acrese, non fa eccezione.
La montagna ha partorito un topolino” è il titolo della sua ultima sentenza indirizzata all’Amministrazione Comunale, comparsa nelle ultime ore sui media locali. La cosa più inquietante di costui è che i suoi scritti, sempre, trasudano di poco rispetto nei confronti della comunità tutta, come se fossimo privi di qualsivoglia capacità di intendere e di volere. Cosa buona per il Sig. Scaglione sarebbe quella che prima di indicare a noialtri la retta via, riflettesse sui suoi “sensi civici”, e cioè che etica, moralità e serietà non si manifestano da dietro una tastiera.
Fa piacere quando i cittadini si mostrano interessati alla propria comunità, ma sarebbe opportuno che gli stessi risultassero coerenti con quanto professano e quanto fanno: Scaglione, per esempio, a proposito di urbanizzazione, ambiente, cultura e varie, dovrebbe spiegarci come mai durante la copertura del Calamo non ebbe tutta questa passione che ci sta mostrando ultimamente nel difendere uno dei luoghi più rappresentativi della nostra città, assecondando invece la scelta fatta da chi all’epoca ritenne giusto quell’intervento.

I fatti, che sono conseguenza di un programma elettorale attraverso il quale abbiamo coinvolto la cittadinanza, in merito a Palazzo Sprovieri che finalmente dopo circa 10 anni viene riconsegnato a NOI tutti come un bene della comunità, sono i seguenti:
nel mese di maggio dell’anno 2009, tra la Regione Calabria e il Comune di Acri si firmava una convenzione che regolava un finanziamento relativo alla ristrutturazione, recupero funzionale e valorizzazione del bene in questione.
Il piano dell’investimento era stato predisposto per la seguente finalità: “realizzazione di un polo ricettivo per ospitare un piccolo albergo ed una serie di attività complementari”.
Ora, la domanda è la seguente Sig. Scaglione: dovremmo forse non attenerci a quanto previsto dal bando e rischiare di essere perseguibili accogliendo le sue visioni prive di fondamento?
Siamo amministratori di un territorio che certamente non versa in condizioni piacevolissime, ma abbiamo precise responsabilità verso le quali dobbiamo e vogliamo portare avanti con impegno e rispetto.
L’invito è sempre lo stesso, per il
Sig. Scaglione in questo caso, ma anche per per tutti coloro i quali credono di saperne più degli altri: documentatevi.
Questa amministrazione rimane aperta al confronto, accogliendo sì critiche e perché no anche consigli, ma che siano costruttivi. Sparare sempre a zero su tutto, col mero scopo di screditare e scoraggiare gli sforzi di chi tenta di fare con volontà ed impegno, certamente non potrà mai contribuire a fare di questo nostro luogo una coesa comunità. Chi vive qui tutto l’anno e non solo i periodi estivi e/o natalizi, sa bene quali siano le debolezze di Acri, ma sa certamente anche quanta bellezza c’è e quanta potenza potrebbe sprigionare se solo si guardasse ciò che ci circonda con fiducia, attivando azioni propositive.
Le cose buone e le cose meno buone vanno guardate nelle loro reali proporzioni, non si può e non si deve ingigantire sempre il peggio perché, così facendo, si costruiscono ostacoli anche lì dove non ci sono.
Insomma, ciò che auguro a tutti noi, residenti di questa comunità, è di farla finita con le maldicenze, rimanendo legati al nostro territorio smettendola di catturarne solo le colpe.

Cordialità,
Pino Capalbo

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