Lunedì Franco Arminio ad Acri.
Il poeta e paesologo ad Acri per presentare il suo ultimo libro uscito a fine ottobre scorso e che, in poche settimane, è già in ristampa. Dopo i successi di “Cedi la Strada agli alberi” e “Resteranno i Canti” (i più noti insieme a “Cartoline dai Morti”, sebbene abbia scritto e pubblicato almeno due decine di libri non solo di poesia ma anche di paesologia e tanti altri spesso in equilibrio indefinibile tra prosa e poesia) rappresenta certamente una nuova sfida per il poeta e paesologo irpino.
La poesia, scrive Franco Arminio nella postfazione di questo libro, è l’arte di cantare la bellezza e il terrore di essere al mondo, e l’amore è il contributo che diamo alla festa (bella e spaventosa) di essere al mondo. La poesia e l’amore sono legati stretti insieme, quindi, e entrambi attraversati da un anelito che va oltre l’umano, o che lo compie nella sua forma più alta. Leggere le poesie d’amore di Franco Arminio significa camminare sulla terra guardando il cielo, sentendo il vento sulla faccia, e la carezza delle mani sulle mani.