Nasce l’associazione A.C.R.I.

Ieri pomeriggio, nella sala convegni del Palazzo si è tenuta la presentazione alla stampa della neonata associazione Acri (Associazione Culturale Re Italo).

Questi i soci fondatori: Maria Mascitti (presidente), Sergio Algieri (vicepresidente), Elena Spezzano (tesoriere), Francesco Foggia (segretario), Giuseppe Abbruzzo, Raffaele Morrone, Massimo Di Salvatore, Giovanni Turano e Giulia Ginese.

Maria Mascitti ha spiegato, in premessa, che “bisogna dare ad Acri una certezza storica e che l’associazione Acri ha come obiettivo mettere a sistema le potenzialità del territorio”. Si tratta di “uno studio sistematico del territorio, che possa anche sfociare in un turismo che deve raccontarlo”.

In riferimento ai rapporti con le altre associazioni, “non sarà di concorrenza, ma di apertura e collaborazione”.

Come si apprende dallo statuto, l’Acri ha tra le sue finalità “l’organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale, incluse attività, anche editoriali, di promozione e diffusione della cultura e della pratica del volontariato e delle attività di interesse generale di cui al presente articolo; interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio, ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modificazioni; ricerca scientifica di particolare interesse sociale; organizzazione e gestione di attività turistiche di interesse sociale, culturale o religioso; promozione della cultura della legalità, della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata; riqualificazione di beni pubblici inutilizzati o di beni confiscati alla criminalità organizzata”.

L’associazione “intende svolgere in rispetto delle attività di interesse generale sopra riportate le seguenti attività:

– promuovere e sviluppare lo studio e la tutela del patrimonio archeologico
dell’intero del territorio di Acri nel contesto della Regione Calabria;
– sviluppare indagini storico-archeologico sul territorio al fine di predisporre la Carta Archeologica quale strumento di tutela preventiva e di pianificazione degli interventi;
– Provvedere ad una ricognizione geologica e biologica del territorio volta
alla conservazione delle componenti paesaggistiche geomorfologiche o
geologiche necessarie a individuare e realizzare geositi;

– valorizzare il patrimonio storico-archeologico, architettonico, storico-artistico in collaborazione con gli enti preposti;

– collaborare attivamente, secondo il sistema della tutela attiva partecipata, con gli organi periferici del ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e con le università;
– concorrere alla promozione e valorizzazione del patrimonio culturale immateriale del territorio di Acri: lingua, toponomastica, usi e costumi, feste e manifestazioni popolari;
– promuovere la conoscenza e lo studio delle lingue classiche e locale attraverso certamen di traduzione, pubblicazione di studi, analisi del
legame lingue classiche – dialetto locale, laboratori linguistici di greco;
– monitorare, studiare e analizzare il comparto turistico locale attraverso il confronto con il mercato globale e la concorrenza proponendo e coordinando le strategie comuni;

– offrire sul mercato turistico, attraverso una reale specializzazione del sistema di offerta, un’immagine omogenea da proporre ai turisti in particolare focalizzando l’attenzione verso i target qualitativamente più interessanti quali il turismo sportivo, naturalistico, culturale, religioso e turismo delle radici.

– promuovere in maniera mirata e coordinata il territorio acrese, le tradizioni, le attività e le imprese del Comune collaborando con associazioni enti e privati che concorrono al medesimo obiettivo attraverso azioni di promozione quali campagne stampa, organizzazione di eventi e partecipazione e organizzazione a fiere e congressi, press tour, etc.

– promuovere un turismo ecologico, ossia un turismo che si muova sempre nel
rispetto dell’Ecosistema”.

Inoltre, l’Acri “può esercitare, a norma dell’art. 6 del Codice del terzo settore, attività diverse da quelle di interesse generale, secondarie e strumentali rispetto a queste ultime, secondo criteri e limiti definiti con apposito decreto ministeriale”. Ancora, “può esercitare anche attività di raccolta fondi in forma organizzata e continuativa – attraverso la richiesta a terzi di donazioni, lasciti e contributi di natura non corrispettiva , al fine di finanziare e proprie attività di interesse generale e nel rispetto dei principi di verità, trasparenza e correttezza nei rapporti con i sostenitori e con il
pubblico”.

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