L’incoerenza politica e l’impudenza dell’amministrazione Capalbo.

Scorrendo a ritroso la storia repubblicana di Acri, a memoria d’uomo, non è dato rammentare un’amministrazione talmentedinamica e funambolica come quella a guida Pino Capalbo: Presidenti dell’assise ‘annunciati’ dal neo eletto sindaco prima ancora dell’insediamento del nuovo consiglio comunale e rimovibili a seconda delle “esigenze politiche” del momento; duecorposi rimpasti di giunta in appena due anni di vita amministrativa tra assessori dimissionari o revocati estromessi dalla scena politica nonostante le diverse centinaia di preferenze raccolte; assessori “indotti dimissionari” ma “buonisti” che a distanza di qualche mese riappaiono nella diversa veste diconsiglieri di maggioranza ed altri, saliti alla ribalta della cronaca politica locale perché spuntati come per magia dal cilindro di un prestigiatore nello stupore generale, che vengono ricollocati nell’oblio come fossero inutili oggetti nonostante l’impegno profuso ed il lavoro svolto; consiglieri di “ferma opposizione” che dopo un avvio scoppiettante passano dall’altra parte della barricataprendendo posizione nell’esecutivo comunale con deleghe di spessore; consiglieri di maggioranza “muniti di spirito autocritico” forzosamente collocati all’opposizione; partiti come Sinistra Italiana passati all’opposizione, con l’auto-espulsione del proprio rappresentante in seno al consiglio comunale rimasto in maggioranza ben ancorato alla sua prestigiosa poltrona (che oggi non ha più !) e movimenti politici come MDP-Art. 1 passati inmaggioranza. E così, a distanza di poco più di due anni dall’insediamento dell’amministrazione Capalbo, ci si ritrova con una compagine amministrativa completamente stravolta rispetto a quella sancita dalla volontà popolare e con una giunta comunale a trazione familistica composta da cinque assessori più il sindaco legati, per 4/6 dei suoi componenti, da legami di parentela più o meno stretti tra loro (vedi sindaco Pino Capalbo con neo assessore Mario Bonacci e vice-sindaco Emanuele Le pera con neoassessore Luigi Cavallotti).

Peccato, però, che un tale dinamismo nel valzer di poltrone non abbia prodotto alcun beneficio per i cittadini acresi in termini di qualità dei servizi che continuano inesorabilmente a latitare. Funzionamento dell’ospedale Beato Angelo ridotto all’osso nonostante i reiterati proclami di qualche componente della maggioranza che si ostina a dipingerlo come una struttura altamente efficiente e funzionante; tutela dell’autonomia degli istituti scolastici locali e del diritto allo studio in generale alla mercé di beghe di carattere personale e vendette politiche trasversali (vedi casi Istituto alberghiero ed ITCGT Falcone); viabilità comunale, anche nel centro cittadino, da no comment;galleria di collegamento alla SS 660 ancora chiusa; decoro urbano inesistente (pulizia di strade, piazze e fontane pubbliche, taglio di erba) anche se con flebili segnali di miglioramento. 

Una nota a parte meritano le questioni sull’eco-distretto e sull’ITCGT Falcone nell’ambito delle quali l’amministrazione in carica ha assunto posizioni decisamente contrarie rispetto alla volontà, senz’altro maggioritaria, della cittadinanza. Nel primo caso il sindaco Pino Capalbo e la sua maggioranza, dopo aver provato con una sorta di colpo di mano a far passare, in pieno agosto, una delibera consiliare favorevole alla realizzazione dell’eco-mostro, sono stati costretti a fare un repentino dietro-front a seguito della mobilitazione popolare che, nonostante il periodo feriale, si è registrata attorno al problema. Non contento di ciò il primo cittadino ha cercato di mascherare questa sconfittapolitica, perché di questo si tratta, dichiarando che le ragioni sottese alla costituzione del Comitato per il no non erano quelle dichiarate, di interesse generale e tutela del diritto alla salute collettiva, bensì di carattere politico e strumentale, “col fine di minare la tenuta democratica della sua amministrazione”. Convinto di ciò (bontà sua !), ha rincarato la dose quando sembrava che la sede dell’eco-distretto dell’ATO 1 fosse stata definitivamente individuata nel comune di Morano Calabro, salvorestare senza più argomenti dopo che anche il sindaco di quel comune si è dovuto piegare alla volontà dei suoi concittadini per le ovvie problematiche connesse alla realizzazione di una simile opera; il tutto a conferma della bontà e veridicità delle ragioni sempre avallate dal Comitato per il no all’eco-distretto che continua a vigilare sulle evoluzioni del caso !! 

Figura ancor peggiore il primo cittadino l’ha incassata qualche giorno fa in merito alla questione della perdita dell’autonomia dell’ITCGT Falcone quando, nel corso di una intervista radiofonica, ha candidamente dichiarato che l’idea di accorpare questo istituto scolastico con sede ad Acri ad altro istituto con sede in Bisignano, invisa per ovvi motivi a tutta la cittadinanza acrese, è stata discussa col neo assessore al ramo e da luiinizialmente caldeggiata poiché non ci si era resi conto che così facendo Acri avrebbe perso la relativa figura dirigenziale !?!

Tradotto: altro repentino dietro front a seguito dello sdegno generale suscitato non appena la notizia è diventata di dominio pubblico !  

E nel mentre il sindaco era intento ad incassare i primi schiaffi politici alla guida del suo nuovo esecutivo, circostanza ad onor del vero abbastanza strana considerato il bagaglio di esperienza che avrebbe dovuto apportare qualche neo assessore, all’interno degli uffici comunali si coprivano le ultime caselle rimaste vuote a seguito del pensionamento di diverse figure dirigenziali con le procedura di mobilità intercompartimentale, con protagonistiparzialmente diversi rispetto a quelli per lungo tempo pronosticati probabilmente per il timore (fondato) di esporre il comune ed i soggetti interessati ad azioni giudiziarie dalle conseguenze imprevedibili. Quasi contemporaneamente, come un fulmine a ciel sereno, si registrava la notifica di un ricorso amministrativo per presunte irregolarità concretatesi nell’iter di una procedura per l’aggiudicazione di una gara d’appalto pubblica di valore consistente che metteva in subbuglio l’intero Palazzo Gencarelli !! 

Niente male davvero per un amministrazione che si era presentata ai cittadini come quella del “cambia vento”, e cioè del superamento di tutte quelle logiche di gestione e spartizione del potere proprie del vecchio ed inviso modo di fare politica ……. da questo punto di vista, piuttosto, sembra di essere ritornati all’età della pietra ! 

In tutto questo, e nel mentre la città di Acri si impoverisce sempre più, con una emorragia demografica senza precedenti, con la sottrazione lenta ma progressiva di servizi essenziali per una comunità di montagna, con anticipazioni di cassa che altro non significano se non iniziare a reindebitare un ente già in dichiarato dissesto finanziario, il primo cittadino concentra le sue energie nelle grandi manovre, cui ha già dato il via, per mettere nell’angolo i potenziali antagonisti e garantirsi un posto al sole nell’imminente tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria, non spiegandosi altrimenti le scaramucce sorte intorno al nuovo soggetto politico “Italia Viva” fondato da Matteo Renzi, facendo risaltare per l’ennesima volta le sue doti di fine stratega politico e, contemporaneamente, di assoluta incapacità ad amministrare la città di Acri.

Sinistra Italiana Acri          

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