Qualcuno mi risponde? Ovvero sulla cortesia ed efficienza pubblica ai tempi delle email!
Avete mai provato a inviare una richiesta di informazioni ad un qualsiasi ente pubblico del Sud?
Avete mai provato a chiamare qualche numero pubblico di un comune, della Regione Calabria, di un qualche ufficio che dovrebbe essere al servizio del cittadino, e dall’altra parte avete sentito risposta garbata e cortese? Avete mai avuto risposta da un primo cittadino, un assessore locale o regionale, ad una vostra email di richiesta?
La mia esperienza, come temo quella di una moltitudine di cittadini meridionali, è totalmente negativa: alle email non risponde mai nessuno, nemmeno alle PEC, che a tutti gli effetti sono come una raccomandata cartacea che esigerebbe una risposta, e pure al telefono è rarissimo sentire qualcuno dall’altro lato disposto ad ascoltarci e dare informazioni attendibili!
Con i vari numeri, corrispondenti a vari uffici delle pubbliche amministrazioni -la Regione Calabria temo sia in testa alle classifiche- è impossibile, anche dietro insistenza, avere un contatto vocale, ottenere un’informazione, anche solo la gradita, necessaria, urgente, civile risposta, come un pò di tempo fa, che suonava come piacevole musica alle nostre orecchie, ovvero, “pronto, mi dica!”.
Se non hai, anche in questo caso “una raccomandazione”, un contatto personale, che si traduce spesso nel far sembrare un privilegio ciò che è diritto collettivo -dunque un “ricatto” elettorale in seguito- non ricevere risposta ormai è un malcostume diffuso e radicato, anche questo da troppo tempo giustificato, proprio in quei “santuari” pubblici, in cui il servizio al cittadino, di qualsiasi natura e forma, dovrebbe essere garantito. A maggior ragione perchè trattasi, nell’indirizzare la missiva elettronica, o la chiamata telefonica, di rivolgersi a personale che, nello svolgere le proprie mansioni, è tenuto a fornire informazioni, con garbo e disponibilità, a chiunque le chieda, a rispondere, anche con un pò di ritardo, ma a farlo!
Dunque, se per molti di noi, sommersi dalle tante email (spam, pubblicità, inviti, a volte truffe) non rispondere è quasi una necessità di tutela, la mia impressione, per la parte che riguarda i rapporti con il pubblico, è che non rispondere alle email che attendono lecite, necessarie riposte, atti formali, percorsi amministrativi, richieste autorizzative, bandi e avvisi, sia diventato ormai socialmente inaccettabile!
Riflettiamo, perché anche da questo dipende una buona, efficiente pubblica amministrazione, un senso civico che si traduce in relazioni volte a risolvere i problemi, a semplificare la vita e i rapporti quotidiani, a ridare fiducia verso le istituzioni che nel tempo hanno perso valori e significato, smarrito totalmente il senso del dovere pubblico, dimenticando che la politica è costruire relazioni vere e azioni concrete tra i bisogni delle comunità e l’attesa per la loro soluzione.
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