Borghi in movimento. Visioni e riflessioni.

Borghi in movimento ad Acri…visioni e riflessioni!

Nei giorni scorsi si è tenuta ad Acri, nella sede del Caffè Letterario di Palazzo Sanseverino, la 4 tappa della II edizione del Progetto/Percorso per la rigenerazione dei borghi calabresi organizzato da Anna Laura Orricosottosegretaria di Stato del Ministero per i beni e le attività culturali. 

Che dire…per me è stata la seconda volta! La prima tappa a cui ho partecipato è stata quella di Rende nel giugno del 2018, alle porte della pubblicazione del Bando Valorizzazione dei Borghi promosso dalla Regione Calabria; ricordo che l’evento fu…per la mia fantasia, un tripudio di visioni e riflessioni.

Anche in quell’occasione la Dott.ssa S. Emmanuelepresentò il progetto” L’Albergo diffuso Borgo di Fiume e Borgo Slow “da lei realizzato assieme al Dott. R. Leuzzi, un modello che ha dato vita ad una community di buone pratiche “attraverso l’utilizzo e il riuso dei materiali di un tempo, il cibo e la cucina popolare e la creazione di luoghi fisici dedicati ai mestieri di una volta, ma reinterpretati in una nuova prospettiva di futuro. Alberghi diffusi che diventano veri e propri “presidi sociali” con l’obiettivo di animare i centri storici, stimolando iniziative e coinvolgendo i produttori locali, considerati come componente chiave dell’offerta”(cit. Borgo Slow).

Altri esempi di buone pratiche portati avanti durante l’evento sono stati i casi reali e in continua crescita nati e sviluppatisi in seno alle visioni di chi attaccato alle proprie origini ha seminato orgoglio nella comunità d’appartenenza, ha investito nella collettività locale e quiha puntato tutto le sue forze e i suoi risparmi…esempi virtuosi come quelli del Borgo di Belmonte Calabro, di Civita, di Morano Calabro, di Badolato e di Petrizzi; non sto qui a raccontare cosa e chi ha avuto “la visione” perché in rete soddisferete la vostra curiosità se solo lovorrete. 

Vengo al punto di oggi e all’evento del 21 Settembre,innanzitutto ringrazio gli organizzatori di cui non conosco nemmeno il volto, si ringrazio coloro i quali mi hanno dato ancora una volta la possibilità di vivere quello stesso tripudio di visioni e riflessioni che conobbi più di un anno fa, e poi vengo a raccontarvi quelle di quest’anno.

Il tema della tappa ha trattato l’esperienza di Borgo Slow puntando l’attenzione all’innovazione sociale e alla comunità, e l’esperienza ventennale della Cooperativa Sociale l’Innesto di Bergamo raccontata dal presidente L. Patelli.

Varcando la soglia del portone di Palazzo Sanseverino, al termine di 3 ore di confronto/scontro, ho afferrato al volo la realtà e sintetizzato le mie idee in quanto segue…

Noi ad Acri abbiamo tutto, il buon cibo e la buona cucina, la salubrità dell’ambiente e l’aria pulita, la natura con paesaggi colorati e melodici, siamo una comunità ospitale, abbiamo eccellenze agroalimentari che mescolano ai loro prodotti i saperi della nostra tradizione e l’aria buona, abbiamo eccellenti artigiani del cibo, dell’oro del legno del ferro, della pietra e chi più ne ha più ne metta a non dimenticare nessuno, abbiamo artisti da scalpello e da pennello…insomma abbiamo proprio tutto e la  concludo qui per non sembrare esagerata!

L’obiettivo dell’evento, come si legge nella scheda del progetto del Sottosegretario Orrico “è quello di rendere partecipi i calabresi (e qui gli acresi) e fornire loro gli strumenti per intraprendere strategie e azioni di recuperodei borghi”…mi domando, e’ stato raggiunto l’obiettivo stasera?

Mentre ero in sala mi scrutavo intorno curiosa di scoprire qualche mia conoscenza tra gli interlocutori…ma ahimè pochi volti a me noti, nessun mio collega operatore turistico forse anche mia culpa, non ho avvisato nessuno, però l’evento girava sui social ormai da giorni. Non so dare risposta alla mia domanda in fatto di aver colpito e affondato qualche acrese, ma di certo posso dire che l’evento sarà servito ai molti che hanno fatto Km per raggiungere Acri e afferrare al volo quegli strumenti e quelle strategie.

E allora, come al mio solito, sogno il bello delle cose e immagino che la sala era gremita da Don Chisciotte acresi che al termine dell’evento hanno subito indetto una tavola rotonda e hanno progettato mappe di comunità, buttato giù progetti di restauro conservativo, sviluppato idee per l’avvio di strutture ospitali, stesoprogetti di trasformazione del borgo in spazi a cielo aperto dove fare impresa dove sperimentare nuove forme di business legate alla valorizzazione delle attività artigianali dove realizzare laboratori di ogni tipo, hannoprevisto eventi promotori della cultura della comunità e della collaborazione, concepito progetti di riqualificazione di servizi infrastrutturali sostenibili, elaborato progetti per creare occasioni di lavoro con cui valorizzare e promuovere le potenzialità del territoriodove provare quelle nuove forme di turismo in linea con i trend del mercato e dove puntare un’offerta di pacchetti fatti su misura in grado di rispondere alla domanda specifica di quei turisti di nicchia lontani dal mercato del turismo del “vedere” e proiettati verso l’innovativo turismo del “fare” e del “sentire”, si sono preoccupati anche di pianificare la promozione e delmarketing del progetto “Borgo Acri il paese più bello che c’è” senza non prescindere dall’utilizzo dei social network e del web, hanno proposto e avanzatocandidature a concorsi quali “Borghi più belli d’Italia”, “Bandiera Arancione “ ecc ecc…insomma una tavola imbandita e ricca di bontà e leccornie così come sono le tavole degli acresi nelle feste comandate, diversamente dal caso ricche di un mix di attività che potrebbero faredi Acri un Borgo d’eccellenza, una comunità pronta ad affrontare le insidie della pacchiana burocrazia italiana…”per amore del proprio paese”.

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