Poli scolastici ad Acri. Quale futuro?

Siamo a settembre, l’anno scolastico è appena iniziato ed a breve gli studenti rientreranno nelle aule. Ma ad attendere gli alunni delle scuole primarie Pastrengo e Campo Sportivo, non saranno gli edifici che hanno lasciato a giugno, che dovranno essere adeguati sismicamente, ma la sede dell’ex Geometra in zona Seggio, affittato per l’occasione dal Comune (Provincia?). I bambini, ma soprattutto i genitori si preparano a questa nuova avventura, che naturalmente affronteranno con spirito positivo perché si avranno in seguito delle strutture sicure. Dopo un sopralluogo abbiamo potuto constatare che i lavori di adeguamento delle aule sono ancora in forte ritardo tutto questo a meno di una settimana dall’inizio delle lezioni, il che ci preoccupa fortemente del fatto che si possa avere una sede adeguata con tutti gli standard igienico sanitari e di sicurezza che un immobile destinato ad ospitare dei bambini deve avere. L’edificio di via Europa, situato accanto ad una strada molto trafficata, dovrà accogliere oltre 400 bambini, altrettanti accompagnatori e diverse decine di operatori scolastici. Ci auguriamo quindi che sia garantita la sicurezza di tutti gli utenti, anche attraverso la presenza di personale della polizia locale. Inoltre, occorre considerare che nella zona esistono altre due strutture scolastiche, il Liceo Scientifico e scuola primaria e infanzia Seggio, pertanto c’è da aspettarsi un notevole flusso di autoveicoli con conseguenti disagi. I lavori di messa a norma riguardano i plessi di Duglia e Padia saranno demoliti e ricostruiti: il primo, contro ogni logica, verrà realizzato nello stesso sito per ospitare alla fine pochi alunni, mentre Padia sarà destinata ad ospitare l’alberghiero, secondo le dichiarazioni del sindaco Capalbo: non si capisce come una scuola primaria possa essere adattata ad ospitare un istituto superiore compreso i laboratori.  Proprio l’istituto alberghiero, che attualmente risiede in un edifico comunale, dopo le giuste manifestazioni dello scorso novembre per ottenere la realizzazione dei laboratori, e dopo il loro completamento, sembrava tornata la normalità. Sembra, però, che la Provincia non abbia ancora provveduto ad allacciare le utenze dell’energia elettrica ed il gas, senza i quali i laboratori sono inutilizzabili. Sempre con fondi ministeriali, saranno realizzati due nuovi edifici: il primo adibito a scuola elementare e infanzia, accanto alla scuola media “San Martino”, il secondo nel perimetro dell’attuale I.C. Padula, al posto di quello “scippato” a Foresta, che l’amministrazione non ha potuto (voluto?) realizzare a San Giacomo. Anche se l’iter amministrativo è in uno stato più o meno avanzato, i lavori di messa in sicurezza delle scuole comunali non sono ancora iniziati, pertanto auspichiamo inizino a breve e che vengano completati nei tempi e nei modi previsti dalla normativa. Altra nota dolente: gli asili nido. In Italia, solo 1 bambino su 10 può accedere a un asilo nido pubblico, con il picco negativo in Calabria, dove la copertura è pressoché assente, con solo il 2,6% dei bambini frequenta un nido pubblico. Con DPCM del 21 aprile 2019 sono stati introdotti gli aggiornamenti alla metodologia per il calcolo dei fabbisogni standard dei comuni. E’ stato necessario in quanto, in assenza della definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP), viene riequilibrata la cosiddetta “spesa storica”, che in passato ha fatto sì che comuni che avevano già molte risorse ne avessero ancora di più, mentre molti altri, quasi tutti al Sud, non ne abbiano affatto. L’unico asilo nido pubblico acrese è il “Franco Giannone” di via San Francesco d’Assisi, che potrebbe ospitare fino a 50 bambini, dai tre mesi ai tre anni, inaugurato nel 2013, ha funzionato in maniera discontinua, ma che da fine aprile 2018 è chiuso. Mancano i fondi per appaltare il servizio ed il comune non può (non vuole?) anticiparli perché in dissesto. Fondi che sono stati richiesti al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per il periodo 2019-20, che si spera ritenga accoglibile la richiesta in tempi brevi. Per concludere una considerazione di tipo organizzativo: la bassa natalità indica che sia ormai auspicabile un accorpamento dei poli scolastici, passando dagli attuali da 3 ai 2 Istituti Comprensivi. Per far questo, però, ci vorrebbe un impegno serio dell’amministrazione comunale ancorché di un assessore all’istruzione, magari che rimanga in carica più di un anno, anche per poter programmare interventi importanti sul lungo periodo.

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