Bonacci in giunta non ha senso.
Sui motivi per i quali unimmo la nostra alle voci che qualche mese fa si scandalizzarono per l’avvicinamento di Mario Bonacci alla maggioranza, a poche ore dal varo della terza giunta Capalbo, non vogliamo tornare. Correremmo il rischio di esprimere con parole diverse gli stessi concetti.
Nel nuovo esecutivo Bonacci c’è dentro, ufficializzando di fatto l’ingresso, suo e del suo partito, nella coalizione di governo cittadino.
A memoria, c’è un solo caso, che fa ormai parte della preistoria del consiglio comunale di Acri, di passaggio nelle assise municipali dall’opposizione alla maggioranza. In questa circostanza c’è addirittura l’approdo diretto in giunta. Tanti invece quelli che hanno abbandonato la coalizione con la quale avevano vinto le elezioni, per passare alle minoranze.
Bonacci in tutti questi mesi è rimasto nel guado, non ha varcato il Rubicone, ma si è ben guardato dal confondersi con il resto delle opposizioni. Prima della nomina ad assessore, non una sola dichiarazione ufficiale di adesione alla maggioranza, ma solo la puntualizzazione di non farne parte organicamente.
Chi l’ha votato, e lo ha mandato a rappresentarlo in consiglio comunale, sta ancora aspettando i motivi politici del suo passaggio. Il suo posto nell’assemblea lo prenderà Mario Romano, che va direttamente in maggioranza, risparmiandosi la fatica della traversata. La cornice politica nazionale, con l’approdo di Leu e delle diverse tinte della sinistra al governo, in coabitazione con il Pd, non spiega assolutamente nulla.
Ricordo i tanti casi in cui vi è stata la sacrosanta rivendicazione territoriale, e anche localistica, di autonomia rispetto al contesto nazionale. L’ultimo, in ordine di tempo, è quello del M5S: Laura Ferrara proprio ieri ha fatto sapere al Pd che alle regionali non se ne farà nulla: Pd e M5S saranno avversari.
In ogni caso, anche se così non dovesse essere, l’eventuale, quanto improbabile, alleanza dovrebbe passare attraverso la prova elettorale. Altro esempio: l’Udc nel governo Monti era alleata con il Pd; in Calabria, erano su fronti opposti.
Ci sono situazioni locali che non possono essere la declinazione di quello che avviene a Roma. Bonacci nel 2017 è stato uno degli avversari più fieri dell’attuale sindaco e oggi è nella sua giunta. Non ha senso.
Piero Cirino
Alla faccia della coerenza…