Che fine fecero?
È proprio il caso di porsi la domanda: – Che fine fecero quelle miniere? -.
Nel ricercare fra vecchie pubblicazioni ne abbiamo rintracciato una del 1609.
L’autore, nel discorrere della provincia di Cosenza dà notizie interessanti e tali da suscitare l’interrogativo posto in apertura.
In Altomonte si segnalano miniere d’oro, d’argento, di ferro, d’alabastro e si aggiunge: “vi nasce gesso, e cristallo, e vi sono grandissimi monti di sale bianco”
In Rossano miniere di sale, alabastro e “marchesita”.
In Longobucco le ben note miniere d’argento.
Nella “terra di Regina” miniere di alabastro, zolfo, vetro. In Pietrafitta, “vicino al fiume Ispica”, miniere di acciaio, piombo e sale. Nel territorio di Martorano “miniera dell’acciaro”.
E prendete visione, ancora, (trascriviamo pedissequamente): “Nel territorio di Cosenza vicino al fiume Iovinio sono le miniere dell’oro, del ferro, e nel loco detto volgarmente Macchia germana è la miniera dell’oro, del piombo, e del solfo, e poco discosto in un altro luogo detta (sic) Miliano, è la miniera del sale, e dell’alume”.
Chi è interessato ricerchi quelle miniere.
Altra notizia interessante riguarda l’allevamento del baco da seta e tant’altro, riferito all’intera Provincia, per la quale si annota: “abonda di seta, bombice, zuccari, miele, e zafferano”.
L’autore in questione, poi, dà una notizia, che ci riguarda più da vicino:
“vi è la deliciosa selva, che i paesani Sila nominano, che abonda di altissimi pini, dove si fa gran copia di pese, pecegreca, e trementina. Questa selva è una delle maggiori d’Italia, perché circonda da ducento miglia”.
La considerazione del nostro autore ci deve far riflettere come e perché siamo ridotti nelle condizioni attuali, mentre allora, ripetiamo: nel 1609, si scriveva per la provincia di Cosenza:
“In somma non vi è quasi cosa da desiderare, che non vi sia, perché vi piove insino al Manna dal cielo”.
Quest’ultima non è espressione consueta, ma la manna, che stillava da alcune piante, all’epoca, si riteneva cadesse, miracolosamente, dal cielo.
Dopo avere citato alcune città, il nostro fa una segnalazione (fra terre, città e castella), che interesserà qualche nostro amico: “oltre la famosa e antica Pandosia distrutta”.
Allora: animo! chi vuole arricchirsi ricerchi le miniere d’oro e d’argento, oltre alla ben nota miniera d’argento di Longobucco, sfruttata fino a tempi, storicamente, a noi non lontani.
Giuseppe Abbruzzo