Cadavere nel burrone, è stato un omicidio.
Manca ancora il visto dei medici legali per affermare che sia di Luigi Fumarola il cadavere trovato alcuni giorni fa in fondo a un dirupo, in una macchia di campagna tra Acri e Bisignano, ma di una cosa si può essere ormai certi: quel corpo non è finito lì in modo accidentale, come conseguenza di una disgrazia, ma qualcuno deve avercelo buttato. Si sarebbe trattato di un omicidio, insomma, e al riguardo anche i carabinieri che si occupano del caso sembrano aver imboccato con decisione questa pista.
In tal senso, le indagini si muovono in una duplice direzione: da un lato l’identificazione della vittima, dall’altro la caccia al suo assassino o ai suoi assassini. A suggerire che quello di contrada Serricella sia un delitto, per ora, ci sono alcuni indizi: la posizione del corpo, prono sul terreno, e una scarpa trovata lontano da esso. Proprio le scarpe, di colore rosso, rimandano al povero Fumarola, unitamente a una spilla che era solito portare ai pantaloni, ma tant’é: purtroppo il cadavere era in stato avanzato di decomposizione, da qui la necessità di scomodare la scienza per stabilire con certezza che si tratti proprio di lui.
A tal proposito, nelle scorse ore, gli investigatori hanno prelevato dei campioni di dna dai suoi familiari per compararli con quelli del defunto, ma soprattutto – a ulteriore conferma dei sospetti di una morte violenta – i carabinieri hanno provveduto a sequestrare l’abitazione del giovane Luigi, nella speranza che fra quelle mura si nasconda una possibile chiave per decifrare il terribile mistero che lo riguarda.
Aveva solo 25 anni e un po’ tutti, in paese, lo ricordano come un giovane ancora alla ricerca di un’identità precisa, in linea con buona parte dei suoi coetanei. Nel suo curriculum tanti lavoretti saltuari, anche come meccanico, ma gli ultimi mesi mesi di vita, da gennaio a giugno di quest’anno, li ha trascorsi in Germania, prima di fare ritorno a casa sua in Calabria. Viveva da solo, con un cane come compagno, lo stesso che verrà trovato poi agonizzante all’interno dell’abitazione dopo giorni di abbandono, circostanza che fin dal principio ha indotto gli investigatori a scartare l’ipotesi di un allontanamento volontario da parte del suo padrone.
Era lo scorso 11 luglio e da allora di Luigi non si sono avute più notizie. Un presunto avvistamento il giorno successivo e poi il buio, salvo riapparire poi trentacinque giorni dopo in quel burrone profondo quanto un’angoscia: l’assassino di Luigi è un’ombra cupa che aleggia su Bisignano. E fa ancora paura.
Fonte: Quotidiano del Sud