Rivalutiamo il Tg4 di Emilio Fede.

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Solidarietà a Piero Cirino, reo di interpretare un giornalismo libero. 

Emilio Fede è stato, per tempo, l’emblema di un certo tipo di giornalismo, dichiaratamente di parte e avente come obiettivo principale la difesa di una specifica componente politica e del suo ideatore in maniera particolare.  Ogni notizia veniva, pertanto, opportunamente filtrata e interpretata per esprimere, sempre e comunque, una certa posizione, inamovibile.

Gli avversari del Cavaliere venivano, spesso, demonizzati in una sorta di lotta, quasi personale, tra il direttore del TG4 e chiunque si opponesse al suo mentore.

Abbiamo sempre avversato questo modo di intendere l’informazione e Fede non è mai stato per noi un punto di riferimento.

Oggi, però, che il personaggio è fuori scena da un po’, ci sentiamo di riconoscergli, almeno, il coraggio e la coerenza nel suo agire quotidiano. Fede non ha mai cercato di apparire diverso da quello che era né ha mai negato di essere di parte. La sua idea di fare informazione era quella ma non veniva annacquata né ipocritamente negata.

Oggi, a latitudini a noi più vicine, assistiamo a situazioni simili, rese più gravi dalla pretesa di apparire indipendenti e pluralisti.Ognuno è libero di intendere il giornalismo e l’informazione come gli pare. Si può fare informazione libera o filtrare le informazioni sulla base di rapporti personali. Quest’ultimo modello lo riteniamo mortificante per chi lo incarna, ma è un problema loro. Basta avere il coraggio di ammetterlo e dichiararlo, in modo tale che chi legge alcune testate – intrise d’incensate verso il potente di turno e invettive o attacchi preconfezionati verso altri, rei di opporsi e avere la schiena dritta – lo sappia e consapevolmente scelga di leggere un bollettino emanato su commissione, piuttosto che un organo indipendente.

Emilio Fede, peraltro, aveva un solo referente e a quello orgogliosamente rispondeva, la qualcosa diventa una virtù, di fronte all’atteggiamento di chi si presta a vari ed eterogenei committenti, che cambiano a seconda del momento e delle opportunità. Una sorta di mercificazione spicciola e di basso profilo.

Prestare le proprie pagine per attacchi speculativi verso alcuni, essere proni verso altri, sono atteggiamenti che mal si conciliano con una sana informazione. 

Concludiamo esprimendo solidarietà al Direttore Piero Cirino, oggetto di subdoli, bassi e meschini attacchi, apparsi oggi in rete, nello stile pedissequo di un certo modo di intendere l’informazione, che non ci appartiene. Gloria a chi si barcamena fra radio, Tv e tant’altro, senza il bisogno di vendersi a chicchessia.

Massimo Conocchia

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