Ai Consiglieri di maggioranza, abbandoniamo l’idea dell’Ecodistretto.
Avrei voluto che la discussione partisse dalle sedi opportune e nella città venisse promossa dacoloro, sindaco, assessori e consiglieri di maggioranza, che per mesi e per primi hanno seguito tutte le riunioni che si sono tenute nella sede dell’ATO alla presenza dei tecnici regionali. La maggioranza, convinta della bontà dell’idea, doveva informare la città sulla possibilità di realizzare un ecodistretto nel nostro territorio, prima ancora della candidatura, doveva aprire la discussione non solo con noi consiglieri di minoranza ma con la città tutta, coinvolgendo associazioni, esperti, ambientalisti, medici, per capire se davvero quest’investimento poteva rappresentare un’opportunità di sviluppo per Acri. E invece è avvenuto l’esatto contrario: la cittadinanza informa la maggioranza sull’opportunità o meno di accogliere una struttura del genere e soprattutto sui rischi e le implicazioni negative che essa può rappresentare per l’intero territorio.
In più di una occasione, già dai primi giorni del mese di luglio, ho sollecitato sindaco e assessore al ramo a promuovere una serie di iniziative/incontri per illustrare lati positivi e negativi di quest’opera. A questo punto non serve più nessuna assemblea consiliare sul territorio, non serve più nessuna campagna di informazione alla cittadinanza, non serve più nessuna visita ad altri impianti simili, non serve nessun referendum, perché la discussione si è sviluppata sui social e sulla stampa in modo così massiccio, chiaro e preciso che ogni azione ulteriore promossa dal sindaco risulterebbe superflua. Rimane solo una cosa da fare: ABBANDONARE LA CANDIDATURA E ACCANTONAREL’IDEA DELL’ECODISTRETTO AD ACRI. Per più di un mese mi sono espressa su questo tema solo nelle sedi istituzionali, perché ritengo che ogni consigliere comunale non dovrebbe lasciarsi influenzare da “posizioni preconcette” su un tema così importante. Scegliere se realizzare o meno l’ecodistretto ad Acri comporta implicazioni positive e/o negative che vanno ad ipotecare il futuro del nostro territorio per moltissimi anni. Da una parte c’è la consapevolezza che il tema dei rifiuti va gestito e affrontato e che ogni comune non può lavarsene le mani e sperare che siano altri ad occuparsene, c’è anche la consapevolezza che i rifiuti possono rappresentare una risorsa ed un’opportunità di guadagno; ci sono circa 50 milioni di euro che verrebbero spesi sul nostro territorio, con tutte le ricadute occupazionali ed economiche che potremmo avere. Ma a quale prezzo? Se il prezzo da pagare, per avere lo sviluppo che molti vedonoscaturire dall’ecodistretto, è altissimo, allora accantoniamo subito l’idea di accogliere tale struttura ad Acri. Se abbiamo un minino dubbio che una struttura del genere possa comportare effetti negativi sull’ambiente lasciamo stare. Il mio No all’ecodistretto, non è un No a prescindere, è un No ragionato, è un No che scaturisce da ricerche personali fatte, dal confronto con i cittadini, da mille domande, dal fatto che sin dall’inizio ritenevo che il sito individuato non fosse idoneo ad ospitare una struttura di siffatte dimensioni e caratteristiche perchè troppo vicino al centro abitato, dal fatto che lo stesso ingegnere Martino non riteneva Acri sito idoneo ad accogliere la struttura tant’è che in un primo momento eravamo collocati in fondo alla graduatoria. In questi giorni molte sono state le iniziative culturali dirette a promuovere il nostro territorio e le nostre bellezze naturali, a promuovere e fare conoscere le aziende che operano con non pochi sacrifici nel nostro comune, più volte mi sono chiesta come fosse possibile conciliare l’idea dell’ecodistretto con una realtà come la nostra. Era questa la discussione che andava fatta prima ancora di avanzare la candidatura, capire cosa si vuole fare di Acri, qual è la vocazione del nostro territorio e l’idea che abbiamo di sviluppo del territorio. Selo sviluppo deve passare attraverso l’inquinamento ambientale onestamente preferisco cercare altre vie, forse più lente e meno immediate ma che certamente preservano il nostro territorio da effetti che a lungo andare potrebbero essere devastanti. La mia coscienza ed anche la mia formazione professionale e politica mi fanno dire NO all’ECODISTRETTO, ma non accetto strumentalizzazioni e/o ancora peggio lezioni da parte di chi sta cavalcando questo argomento così importante e delicato forse per aprirsi la strada a future e prossime candidature.
Brava. Un’analisi, la tua, meditata, personale e coinvolgente che ha ben interpretato i pensieri e le preoccupazioni di tanti cittadini.
Che sviluppo economico sarebbe quello di Acri se questo dovesse mettere a rischio la salute dei suoi abitanti? Da paese ameno, salubre, alle porte della Sila e con una storia unica, importante, Acri diventerebbe tristemente nota per la sua invivibilità. Le strade che portano al suo sviluppo sono ben altre, da far costruire ai suoi abitanti non sulla lavorazione della “monnezza”: un’onta culturale da rifuggire!