Maggioranza, sull’ecodistretto nessun passo indietro.
Il gruppo consiliare di maggioranza ritiene opportuno intervenire sulla questione ECODISTRETTO che è diventato oggetto di vivo dibattito, come è giusto che sia, data l’importanza del progetto, ma ahìnoi anche foriero di false informazioni e oggetto di vile strumentalizzazione politica da parte di chi si schiera per il NO a prescindere. Intanto ci preme sottolineare che la questione ECODISTRETTO e la possibilità di ufficializzare la candidatura del Comune di Acri risale a circa un anno fa. Nel gennaio dell’anno 2018, infatti la Regione Calabria portava a conoscenza di tutti i 135 Comuni facenti parte dell’ATO Cosenza, dell’esistenza di un finanziamento, pari a 45 milioni di euro, per la realizzazione di un altro impianto regionale di trattamento dei rifiuti, destinato alla provincia di Cosenza. In particolare nella comunicazione del 28.01.2018, la Regione Calabria, chiedeva ai comuni l’individuazione di un sito idoneo che presentasse, tra gli altri requisiti, una destinazione d’uso industriale. Questa la motivazione per la quale veniva informalmente comunicata la disponibilità del sito “Chianette” che sul territorio acrese è l’unico a presentare tale destinazione d’uso. Il Dipartimento Ambiente e Rifiuti della Regione Calabria, sulla base della valutazione dei siti comunicati, con allegata planimetria, procedeva a stilare una graduatoria di massima, che ha visto il Comune di Acri collocato in undicesima posizione. È chiaro che la posizione piuttosto bassa in graduatoria, determinata prevalentemente dalla distanza rispetto alle principali vie di comunicazioni, almeno in un primo momento, non ci ha fatto sperare che il sito di Acri potesse essere seriamente preso in considerazione. Tuttavia nonostante la posizione bassa in graduatoria, e le poche concrete possibilità che il sito di Acri potesse essere preso in considerazione dalla Regione, questa amministrazione ne ha seguito comunque passo passo l’iter, partecipando a tutte le riunioni ATO, e facendo incontri con i tecnici della Regione e con il progettista, l’Ing. Martino che per ben due volte sono venuti ad illustrare il progetto a tutti i consiglieri, compresi quelli di minoranza. L’iter sulla realizzazione dell’ecodistretto ha avuto negli ultimi mesiun’accelerata, determinata dal fatto che molti dei comuni che in quella graduatoria ci precedevano, hanno ritirato la loro candidatura. Un ritiro basato essenzialmente su motivazioni politiche e non già tecniche come qualcuno vuol fare credere. Èchiaro che ridottosi il confronto a due, fra comune di Acri e Comune di Castrovillari (già munito di atto deliberativo di assenso alla realizzazione dell’Ecodistretto dal febbraio 2017, e che intanto sta andando avanti senza porsi il problema di interfacciarsi con i cittadini), si è avvertita la necessità di formalizzare una candidatura che di fatto è solo a parole, non avendo la Regione da parte del comune di Acri nulla che attesti un’ufficialità di tale candidatura. Del resto, solo ufficializzando tale candidatura, ci potrà essere un sopralluogo formale da parte dei tecnici della Regione, e dunque una verifica dei requisiti con conseguente giudizio di idoneità o inidoneità. In ogni caso proprio perché siamo consapevoli che si tratta di un progetto molto importante per il futuro della nostra città, non abbiamo mai pensato di poter decidere ( pur avendone il mandato ed il ruolo) senza prima sentire il parere dei cittadini. Non abbiamo mai escluso la possibilità di ricorrere allo strumento referendario, che avendolo fortemente voluto nel programma elettorale, mai come in questo caso si rivela di grande utilità. Ma secondo il Regolamento sul Referendum approvato nel gennaio 2019, la consultazione referendaria può espletarsi due volte, a luglio e a novembre. È chiaro che fissarlo a novembre significa muoversi da subito. Significa ufficializzare la candidatura. Significa trasmettere alla Regione Calabria un atto deliberativo, un atto scritto che ci immetta ufficialmente nella corsa per la realizzazione dell’impianto. Non fare il passaggio in Consiglio significa continuare a parlare di “aria fritta”, non essendoci nulla di concreto, nulla di ufficiale, e quindi nulla che giustifichi il ricorso al referendum e l’eventuale impegno di spesa. La necessità poi, avanzata nella conferenza Capigruppi tenutasi lo scorso 6 agosto, di far precedere il consiglio da una serie di assemblee consiliari, che si terranno sul territorio immediatamente dopo ferragosto, non può essere letta come un voler far un passo indietro o addirittura come un risultato positivo per il Comitato del NO che parla di sensibilità dimostrata verso la loro richiesta di rinvio. Questa maggioranza ritiene solo, d’accordo con la minoranza che si è espressa a favore delle assemblee consiliari, che prima di convocare il consiglio e presentare all’ordine del giorno l’ufficializzazione della candidatura del Comune di Acri, sia necessario incontrare i cittadini, fornendo loro più informazioni possibili, con la presenza di “esperti” e professionisti del ramo che siano in grado, con le loro cognizioni e conoscenze, di dissipare i tanti dubbi che al riguardo sono stati sollevati. Incontrare i cittadini per sentire le loro opinioni, cercando in tal modo di arrivare ad una decisione che sia la più condivisa possibile, e sia soprattutto una decisione sostenuta da motivazioni tecniche e concrete. È necessario parlare di Ecodistretto in maniera chiara e trasparente, tracciandone una descrizione reale e veritiera di quello che sarà, di come verrà realizzato, di come funzionerà. Una descrizione che per aiutare i cittadini a capire dovrà essere peròscevra da condizionamenti politici. Altrimenti sarà fine a sé stessa. È necessario fare e dare un informazione seria e corretta, mettendo in rilievo gli aspetti positivi e negativi. Ma occorre farlo dando la parola a chi ne sa più di tutti noi, a chi è in grado con “cognizione di causa” di affrontare l’argomento. Fare terrorismo psicologico e mediatico sui cittadini, facendo leva su argomentazioni del tutto blasfeme, come diventeremo la “discarica della provincia, aumenteranno le malattie, deturperemo l’ambiente e comprometteremo la vocazione agricola di questo territorio, non è condivisibile perché sono considerazioni non suffragate da alcuna argomentazione “scientifica”.
Acri in passato ha già perso tante occasioni di crescita di cui poi ci si è pentiti. Noi non vogliamo che a distanza di anni si dica che siamo stati i responsabili di un “altro treno perso”. Per questo cercheremo di arrivare ad una decisione che ci auguriamo sia la più condivisa possibile dai cittadini, la più convinta perché adeguatamente valutata e soprattutto la migliore per il futuro di questa città.