Grazie Carmine

Da ieri, 30 luglio 2019, dopo quasi quarant’anni di servizio, Carmine Covello, va in congedo lavorativo. In questi anni ha svolto diverse funzioni all’interno del Comune di Acri, specificatamente presso l’ufficio Urbanistica, non ha mai avuto un ruolo ben preciso, in quanto quasi sempre è stato l’unico punto di riferimento di questo settore, quando la materia si faceva difficile, si diceva devi rivolgerti a Carmine; disegnatore, istruttore, dirigente. In entrambe le mansioni è stato più che prezioso, divenuto quasi indispensabile, fondamentale per il popolo di Acri e per i tecnici, che avevano sempre la disponibilità per un consiglio, un dubbio o un sostegno tecnico. Scrivo questa lettera a Carmine non solo perché è stato un dipendente comunale esemplare, ma anche un lavoratore, che, in virtù della sua sensibilità e del senso del dovere che lo contraddistingue, è stato sempre preparato, persona umile e disponibile, si recava a lavoro in silenzio e con semplicità, si metteva a disposizione del popolo, affezionato al suo lavoro, svolgeva la sua professione di pubblico ufficiale con onestà e mai con una parola fuori posto. Carmine è stato un dipendente pubblico, fiero di esserlo (come ce ne sono tante e tanti, è bene ribadirlo, sulla sua scrivania non c’era mai lavoro arretrato) consapevole che al ruolo è richiesta molta attenzione, disponibilità e presenza. Non ha mai fatto questione di orari, di cartellini, di giornate festive, di ferie: al suo lavoro ha però chiesto che gli restituisse entusiasmo, gratificazione, sensazione di non essere un numero. E questo non sempre è avvenuto, magari anche per mancanze ascrivibili a chi guidava la compagine comunale. La crisi della politica e la mancanza di fiducia nelle istituzioni sono un dato oggettivo dell’attuale realtà italiana, a prescindere da ogni valutazione di merito sulle cause e sulle responsabilità; ed è altrettanto indubbio che non poca di questa sfiducia e disaffezione abbia colpito anche coloro che in un Comune non rivestono ruoli politici o amministrativi, legati all’ente da un rapporto di lavoro subordinato. Succede talvolta che dentro una squadra ci sia chi rallenta, chi inciampa, addirittura chi ferma la macchina. Ma questo avviene nel pubblico come nel privato ed è responsabilità dei singoli, non certo di una categoria. Per questo voglio dire a Carmine: «Grazie per il lavoro che hai svolto, grazie per come lo hai fatto, grazie per essere stato una presenza luminosa nel palazzo comunale». Con una precisazione: il mio è il ringraziamento di un comune cittadino, che lo esterna in qualità di utente dei servizi comunali e che saluta il congedo di una persona che ha svolto il suo compito con valore. Oggi chi si rivolge all’ente comunale arriva spesso con un carico di problemi che la crisi ha aggravato, con un’esasperazione che talvolta nasce altrove: pur in una condizione incolpevole, in cui il dipendente pubblico diventa fin troppo facile capro espiatorio, io credo che esso debba sempre fare uno sforzo in termini di attenzione, di comprensione, di disponibilità, perché il Comune resta, nel bene e nel male, una realtà alla quale il cittadino, ogni cittadino, può indirizzarsi direttamente. Ebbene, Carmine il suo ruolo lo ha interpretato al meglio; forte con i forti, debole con i deboli; inflessibile con i prepotenti e gli arroganti, solerte con chi era in difficoltà. Servizio pubblico, per me, è essenzialmente questo, aldilà di ciò che dicono leggi e regolamenti: trattare ogni persona che si rivolge all’ente o che dell’ente abbisogna, con attenzione e rispetto. Da cittadino, sarei ben lieto di incontrare sempre dipendenti pubblici come lui. 

Grazie Carmine,

a nome di semplice cittadino, ma soprattutto a nome di un popolo e del suo territorio, grazie da parte di Acri.

Roberto Caiaro

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Una risposta

  1. Damiano ha detto:

    Un caro saluto al mitico Carmine uomo e professionista eccezionale

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