Un documento sulla colonia Varrise
Quanto pubblicato sulla Colonia Montana Varrise, l’attenzione posta alle nostre puntualizzazioni, la pubblicazione, da parte di Serra, delle foto sull’inaugurazione, hanno spinto un nostro amico e attento lettore a farci tenere gli appunti del sen. Francesco Spezzano, che pronunciò il discorso inaugurale.
In parte vi si conferma quanto da noi già evidenziato e sottolineato, ma vi sono particolari, che vanno messi in luce, per dare la possibilità di avere dati, a chi avesse voglia e tempo di ricercare e ricostruire ogni aspetto di quella realizzazione.
Dopo i saluti di rito l’oratore dice: “Un ringraziamento particolare a tutti coloro che, nei momenti più difficili e duri, ci hanno sostenuto facendoci così superare la ondata di scetticismo qualunquistico che subito si montò nei riguardi dell’opera”.
Si arguisce che l’opposizione montò una levata di scudi, per impedire e sminuire un’opera, che si rivelò oltremodo meritoria e bene accetta dalla popolazione.
Spezzano si sofferma sullo stato d’animo del momento, che dice“complesso”, e precisa: “Tuttavia l’elemento preminente è la serenità del dovere compiuto con qualche venatura di orgoglio. Siamo nello stato d’animo di chi, dopo una faticosa scalata ha raggiunto la cima.
Quello che si vede evidentemente non è piovuto dal cielo. È la conseguenza di dure lotte e di un lavoro tenace ed è su questo che vogliamo richiamare la vostra attenzione”.
Sottolinea che sarebbe stato facile dire “che si sono spesi 40 milioni e più”, dell’area occupata, dei dati tecnici dell’opera, ma che finirebbero per “essere fredde cifre”, mentre “acquistano una luce tutta particolare se si considera che i mezzi necessari e per la costruzione e per la gestione ci provengono dal riconoscimento prima e dalla pratica realizzazione dopo dei diritti che come Comune del bacino imbrifero del Moccone, abbiamo conquistato nei riguardi della SME”.
Quest’ultima, ricordiamo era la Società Meridionale Elettrica costruttrice della centrale, che sfruttava le acque del suddetto fiume.
“L’opera – precisa – appare nella sua giusta portata considerando gli scopi che si propone: dare modo ai ragazzi più bisognosi del nostro Comune di vivere una vita comoda, sana, confortevole sotto tutti i riguardi”.
Ritorna, poi, sulle polemiche che vi erano e vi furono: “Non mancano certo coloro i quali dicono che le cose potevano farsi in modo più modesto e aggiungono che qui in Calabria e per ragazzi cui la fortuna non ha arriso sarebbe bastato un qualsiasi casolare.
Non siamo al Nord, si aggiunge!!
Ebbene abbiamo voluto spezzare questa mentalità retrograda e misera.
Abbiamo voluto dimostrare che anche zone depresse possono e quindi debbono essere migliorate. Possono e quindi debbono avere una nuova vita, possono e quindi debbono realizzare la loro rinascita.
Abbiamo voluto dimostrare che sappiamo fare come gli altri, se non più degli altri, ogni qual volta se ne hanno le possibilità oggettive”.
Incredibile l’argomentare dei detrattori!
Un richiamo è bene riportare, che fu accolto, per quanto evidenziato nel precedente “pezzo”: “Ogni padre di famiglia, ogni ragazzo – precisava l’oratore – deve sentire questa istituzione come cosa propria, mezzo di elevazione, veicolo di civiltà e di progresso”.
Sul personale, che si trovava ad affrontare una prima esperienza nel campo, il Senatore precisava: “Un incitamento è riservato al personale adibito alla gestione. Ci sarebbe stato facile scegliere personale di fuori, ricco di esperienza e di preparazione. Abbiamo avuto esitazioni, poi si è deciso di prendere personale locale, perché abbiamo ritenuto che, fra gli altri compiti, abbiamo anche quello di cercare di creare un personale qualificato”.
Le domande presentate, per coprire i pochi posti di lavoro furono tante, purtroppo fu gioco forza scegliere. Il personale assunto si mostrò attento e capace. Tanti di quei bambini, ora uomini e donne in età avanzata lo ricordano e ricordano quei giorni nella Colonia Varrise.
In conclusione vogliamo ringraziare l’amico che ha sentito il bisogno di fornirci il documento e lanciamo un appello: su quanto proponiamo, chi ha documenti a supporto, è invitato a fornirceli; li presenteremo, integrando quanto via via pubblicheremo.
Giuseppe Abbruzzo