L’unica vera emergenza è la cattiva politica.

Il naturale decorrere delle stagioni ed i relativi mutamenti climatici che ne conseguono determinano una vera e propria sciagura per il territorio di Acri e per i suoi abitanti. Eventi fisiologici per altre realtà, anche limitrofe, ma eccezionali in un contesto dove la politica sembra essere andata in vacanza prima dell’arrivo delle ferie estive. Che la città di Acri sia orfana di buona politica è un dato certo ed incontrovertibile. Basta guardarsi intorno per rendersene conto. Nell’ultimo anno qualcuno ha cercato di farci credere che viviamo in perenne emergenza per nascondere la propria inadeguatezza nel saper gestire e risolvere i problemi della comunità: in inverno l’emergenza neve, in primavera l’emergenza loculi, in estate l’emergenza idrica, tutto l’anno l’emergenza dissesto, a tratti l’emergenza viabilità. Noi pensiamo che questo non sia un paese in perenne emergenza. La politica ha il dovere di saper gestire e risolvere i problemi di una comunità. Quando, però, chi amministra non ha questa capacità,cerca di spacciare le difficoltà che dovrebbe trattare come delle enormi emergenze da cui è difficile uscire.

Dopo due anni di attività amministrativa non è stato realizzato neppure il 10% di quanto promesso ai cittadini in campagna elettorale. Lo stesso Sindaco, nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale ha, ipso facto, dichiarato che vi è un grande ritardo nell’attuazione del proprio programma di governo, andando direttamente a confermare quanto abbiamo sempre sostenuto nei mesi scorsi, e così smentendo, paradossalmente, quanto invece espresso da alcuni esponenti della maggioranza consiliare, che testualmente affermavano sulla stampa locale: “Non c’è nessun ritardo nell’ attuazione del programma elettorale che tutti noi abbiamo ben presente”.

Per il resto si assiste ancora al solito spettacolo. Prendiamo atto che la giustificazione del consigliere Bonacci, ovvero di transitare in maggioranza per ricomporre la frattura creatasi in seno al centro-sinistra locale, si è rivelata solo uno specchietto per le allodole. Infatti, non solo l’anelata ricomposizione non è avvenuta ma, addirittura, si paventa l’ipotesi che la maggioranza di cui fa parte sosterrà, alle prossime elezioni regionali, la candidatura del Presidente uscente. Quel Presidente che, solo qualche tempo fa, veniva duramente criticato dallo stesso Bonacci, allorquando apriva i cantieri a ridosso della campagna elettorale per le scorse elezioni amministrative ( per le quali lo stesso professore organizzava vibranti manifestazioni di protesta). Peccato solo che il Presidente Oliverio continui ancora con la stessa identica prassi, la quale, però, stranamente, non pare più tanto avversata dallo stesso Bonacci, così come avveniva qualche anno addietro. Che ci abbia ripensato? Interessante sarebbe anche chiedere quale sia stato l’epilogo della questione relativa alla rinuncia del gettone di presenza, da devolvere a favore delle emittenti radiofoniche locali per la trasmissione di lavori del Civico Consesso (che qualcuno si ostina ancora a chiamare “Civico Consenso”, pur presiedendolo da ben due anni!). Necessario sarebbe anche dissertare sull’opportunità di qualche incarico legale che, si sostiene, siastato erogato a favore dell’avvocato difensore di qualche amministratore. Niente di illegale, per carità! Lo ribadiamo a solo scanso di equivoci. Ma il “cambiavento”, forse, avrebbe bisogno di una politica attenta anche all’opportunità di certe scelte, e che valuti non solo la legittimità ma anche il merito di determinate opzioni. Fanno sorridere le dichiarazioni di qualche consigliere secondo cui la comunità di San Giacomo è costantemente oggetto di priorità. Lo abbiamo visto in occasione della delibera 58 del 2019 intitolata: “ Realizzazione di un nuovo plesso scolastico in Acri centro in sostituzione dell’edificio scolastico adibito a scuola primaria Foresta”. In quella sede egli stesso ha adito gli organi d’informazione solo per attaccare gli scriventi, colpevoli di aver contestato, duramente, il contenuto di quella scellerata delibera amministrativa; di aver fatto, cioè, quello che lui avrebbe dovuto fare e non ha fatto. Questione ecodistretto: come è noto il Consiglio ha approvato il regolamento circa le modalità di indizione e svolgimento del referendum cittadino. Strumento, ad oggi, mai utilizzato e che invece sarebbe stato utile al fine di valutare il parere di tutta la popolazione su una tematica delicata e foriera di notevoli implicazioni. Magari affiancando a questa opzione anche un’adeguata campagna informativa che consentisse a ciascuno di poter valutare, in maniera più consapevole, i pro ed i contro.

Ad ognuno le sue conclusioni. Il nostro gruppo continuerà a dire la sua e lo farà, come sempre, nel rispetto del diritto di critica politica, della legalità, dell’educazione. Lo faremo col solito garbo ma anche con estrema fermezza, senza fare sconti a chi pensa che, nel 2019, ci sia ancora gente disposta a farsi prendere in giro dachi ha deciso di darsi alla politica.

Innovatori della politica

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