Il Decreto Calabria
Dopo la conversione in legge e la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, sono pienamente operative le nuove norme per la Sanità nazionale, per le regioni in piano di rientro, tra cui la Calabria, dalla quale prende il nome l’omonimo decreto.
Un provvedimento fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle ed in particolare dal ministro Giulia Grillo, per cercare di eliminare quelle anomalie che hanno distinto in negativo la nostra regione, balzate all’attenzione della cronaca nazionale.
Una regione, la Calabria, con un servizio sanitario in cui i Livelli Essenziali di Assistenza non sono assicurati ai cittadini. Per questo sono stati assegnati ai commissari, poteri speciali per un periodo limitato di tempo, per cercare di risolvere quei problemi che assalgono ormai disastrata sanità e riprendere il controllo di un sistema oramai allo sbando.
Ospedali chiusi, operatori sanitari in sofferenza, pronti soccorso al collasso e migrazione sanitaria che costa le casse e servizio sanitario regionale oltre 300 milioni di euro, solo nel 2018. Tutto questo senza che il disavanzo sulla spesa sanitaria sia diminuito ma al contrario sia aumentato, a causa della gestione scellerata dei direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere, nominati dal presidente della giunta regionale Oliverio. Lui che si doveva incatenare davanti al Ministero della Sanità, che in questi anni non ha visto e non ha fatto nulla per far cessare il commissariamento della sanità in Calabria, nonostante potesse farlo presentando un nuovo piano di rientro.
Con il Decreto Calabria si è superato il blocco del turn over, potendo così cominciare ad assumere quelle figure necessarie al sistema sanitario regionale. Contestualmente è stato finalmente introdotto un principio in base al quale le figure dirigenziali non dovranno più essere scelte in base all’appartenenza politica, ma su base meritocratica, discorso analogo per tutte le altre figure organizzative a tutti i livelli.
Ai nuovi Direttori ora il compito applicare le leggi e ridare dignità calabresi per tanti anni vittime di una politica fallimentare.