Sulla Colonia Varrise
Le foto sulla Colonia Montana Varrise, pubblicate da Serra, mi hanno stimolato a dare un suggerimento, cosa che, d’altra parte, lui ricorderà gli ho già dato: le foto, dove possibile, andrebbero correlate di didascalie.
Dato che sono state pubblicate due foto, se non erro, sulla Colonia Montana Varrise dò alcune notizie, che andrebbero sviluppate più ampiamente, con ricerche di documenti, ove non bastasse quanto dirò. Le ultime due foto sono databili 1960.
La notizia, che in tanti ignoreranno, riguarda la realizzazione della Colonia e il perché si decise di istituirla.
In seguito alla costruzione del lago Cecita fu utilizzata l’acqua del Mucone e il Comune di Acri, soprattutto, come Comune rivierasco, venne a perderne l’utilizzo di gran parte. La società S.M.E. (Società Meridionale Elettrica), proprietaria del lago e della relativa Centrale idroelettrica, era privata, perciò dovette, per legge, risarcire per quel mancato utilizzo. I fondi, però, dovevano essere impiegati solo per scopo sociale. Si pensò, allora, di costruire e istituire la Colonia Varrise, per dare la possibilità alle tantissime famiglie disagiate di poter fare estivare i numerosi figli in un luogo dove avrebbero ricevuto assistenza, per l’opera di “Vigilatrici”, fornite di diploma magistrale, ed essere equipaggiati di scarpette da tennis, grembiuli, ecc. Avere, inoltre, ottimo cibo e assistenza sanitaria.
Dalle foto pubblicate si può vedere il numero abbastanza nutrito di ragazzi affidati a una sola delle varie vigilatrici. Si può vedere, ancora, il vestiario che si forniva e che diveniva di proprietà dei ragazzi.
L’istituzione fu accolta dalle famiglie come la biblica manna dal cielo. Si dovettero mettere in atto dei turni di accoglienza dei ragazzi e fare delle inevitabili esclusioni, date le numerosissime richieste. Questo suscitava non poche rimostranze.
Tutto ciò fece determinare, negli anni ’63/64 del secolo scorso, la necessità di costruire e aprire un’altra ala collegata alla precedente costruzione. Si ebbe, così, la possibilità di accogliere più ragazzi, continuare a effettuare la turnazione, evitando le tante esclusioni precedenti.
Il passaggio dell’energia elettrica dai privati all’ENEL, essendo quest’ultimo ente statale, fece sospendere l’erogazione di quei fondi e vane furono le rimostranze del Comune, quando subentrarono di nuovo i privati. Nessuno si preoccupò di tutelare i Comuni rivieraschi. Ricordo che in un brevissimo periodo, in cui ressi l’assessorato al bilancio, feci votare un Ordine del giorno, nel quale s’invitava l’ANCI a tutelare i suddetti Comuni rivieraschi e ricevere nuovamente l’erogazione di quel contributo. Tutto fu inutile. Successivamente nessuno si preoccupò del problema.
Le mutate condizioni economiche delle famiglie resero vare, d’altra parte, successivi, timidi tentativi di riapertura della Colonia. I ragazzi erano restii a staccarsi dalle famiglie e queste dai figli. I tentativi, perciò, naufragarono miseramente.
Quei ragazzi che, grazie a Serra, si sono rivisti con la loro Vigilatrice saranno andati indietro con i ricordi, riconoscendosi e riconoscendo i compagni di quei giorni e questo è già qualcosa di interessante e di bello.
Da parte mia ho fornite le notizie dettate dai ricordi, potrebbero fare altrettanto altri, che visionano le immagini che Serra e Piero Cirino, pubblicano meritoriamente.
Giuseppe Abbruzzo
Il fallimento di tutte le politiche, la colonia varrise, e il più, grande fallimento che la politica ha fatto, dal 1980 a oggi, nessuno escluso, fare politica e vedere lontano, e sopratutto realizzare e sostenere il propio territorio, da noi si usa fare al rovescio, abbiamo politici neopaleolitici, talmente ignoranti, che, la scuola che hanno, e una offesa allo studio.
Egregio Signor Santo,
La ringrazio per aver letto il mio “pezzo”, ma il suo più che un commento è una riflessione fra il si dice e non si dice.
Il mio intento era solo dare qualche suggerimento sulla rubrica delle foto, e notizie di oltre 60 anni fa che non si conoscono o che qualcuno ha dimenticato.
Comunque, grazie.