Querela a Lupinacci, un abbaglio politico
“Con le mie doti da preveggente vi dico che tra poco arriveranno le minacce per cui, se non vi allineate, vi daranno problemi. E’ la politica del ricatto che dobbiamo provare insieme a superare. Erano solo arrosti pre-elettorali”.
Questo è il post pubblicato su Facebook da Giacomo Lupinacci, uno degli animatori del movimento “Innovatori della politica”, che in questi mesi certo non le ha mandate a dire all’amministrazione comunale. Sembra incredibile, eppure questo passaggio è stato oggetto di una querela nei confronti dell’autore e addirittura c’è una delibera di giunta per il conferimento dell’incarico legale.
Si tratta evidentemente di un clamoroso infortunio, un abbaglio del sindaco Pino Capalbo. Tanto nel merito, quanto nel metodo. Intanto i termini in politica vanno contestualizzati e non hanno lo stesso significato che potrebbero assumere in altre situazioni. Qui la “politica del ricatto” non può essere intesa come “lesione dell’immagine dell’onorabilità e dell’onestà degli amministratori comunali”.
Quando era all’opposizione Pino Capalbo ha rivolto parole e concetti molto più pesanti all’indirizzo del suo predecessore, eppure non è mai finito in tribunale.
Poi è un marchiano errore politico, perché indice di debolezza: tranne casi eccezionali (che ci sono, per carità), alle accuse occorre rispondere con convincenti argomentazioni politiche, magari con i fatti. Farlo con le carte bollate è un boomerang e rafforza l’avversario politico. In queste ore Giacomo Lupinacci sta raccogliendo numerose attestazioni di solidarietà, alle quali aggiungo anche la mia, mentre l’immagine dell’amministrazione comunale, e quella del sindaco in primis, ne esce a pezzi.
In campagna elettorale l’attuale primo cittadino ripeteva come un mantra che Acri aveva bisogno di una pacificazione sociale. Ebbene, negli ultimi due anni il livello di conflittualità è addirittura aumentato e certi atteggiamenti di sicuro non aiutano.
Piero Cirino
La querela del sindaco, Pino Capalbo, nei confronti di un cittadino, Giacomo Lupinacci, va considerata un “abbaglio” personale (nonostante sia stato condiviso dai componenti la Giunta comunale) per le responsabilità che competono alle azioni del primo cittadino. Ci sarebbe da preoccuparsene veramente se questo “abbaglio” dovesse ritenersi “politico”, indurrebbe a contemplare possibili limitazioni (o diktat) dell’establishment alle libertà delle persone ed all’autonomia delle opposizioni politiche! No, non penso proprio che sia un “abbaglio politico” ed invito l’attuale sindaco, Pino Capalbo, a ritirare la querela. Qualcuno prima di lui, il dott. Lorenzo Sammarro, da signore prima che da sindaco, mi sembra che non abbia intrapreso alcuna azione legale nei confronti di un cittadino che lo aveva fatto oggetto di violenza fisica.