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La nostra bella terra presenta varie criticità che spingono i cittadini ad
organizzarsi in associazioni per tentare di affrontare questo o quel
problema. 
L’associazione Aracne, costituitasi nell’anno 2010, si proponeva un
obiettivo piuttosto impegnativo: lo studio dell’ambiente per individuare
possibili fattori che potessero spiegare l’aumento delle patologie
tumorali sul territorio acrese che avrebbe poi portato a sollecitare
un’attenta bonifica dello stesso , oppure, al contrario, per scoprire un
ambiente salubre che quindi avrebbe portato a spostare l’attenzione verso
altro.
Inutile dire che il progetto era estremamente ambizioso, infatti nonostante
il disperato impegno si sono conseguiti risultati che, pur confermando la
forte percezione del problema, non hanno portato a dati scientificamente
certi e alla possibilità di verificare concretamente il suolo, le acque e
l’aria come auspicato dal progetto iniziale. Sono stati sì individuati
aspetti importanti ma niente che si potesse dimostrare con numeri certi
perché per fare ciò, si è compreso, era necessario un lavoro che
coinvolgesse le istituzioni. Istituzioni che, a suo tempo interpellate e
apparentemente partecipi, non sono arrivate a nulla di concreto
sollecitando, magari, l’aggiornamento del Registro Tumori e interessando i
centri di ricerca delle Università che sono generalmente molto disponibili
se adeguatamente e autorevolmente allertati.
Sconfitti, noi associati, ci siamo fermati pur continuando a sentire
profondamente la necessità di affrontare l’argomento.
Ora chiediamo, ad onor del vero per la prima volta, all’amministrazione che
in questo momento ci governa di fissare come obiettivo principale del suo
lavoro lo studio di questa problematica perché la salute è la condizione “
sine qua non “, niente ha senso senza il benessere fisico. E non ci si
dica che siamo nella media nazionale perché noi non abbiamo gli inquinanti
delle aree industrializzate e, comunque, la filosofia del “mal comune,
mezzo gaudio” non ci appartiene. Abbiamo tutti il diritto di sapere se
l’AMBIENTE in cui viviamo è SANO, se non lo è bisogna intervenire, se lo è
allora è necessario individuare altri fattori di rischio e modificare
opportunamente le nostre abitudini, alimentari e non, e di sicuro
,comunque, bisogna attivare con più organicità la PREVENZIONE al fine di
ridurre gli effetti legati agli agenti cancerogeni da qualunque parte
essi arrivino. 

Associazione Aracne

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