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Su questa fontana c’è una curiosa leggenda, a conoscenza, senz’altro, degli acresi più anziani. Non sarebbe stato fuori luogo riproporla a commento della foto. Per essere precisi, la leggenda riguarda solo una delle due bocche d’acqua, quella a destra nella foto (se ho ben interpretato quanto mi è stato detto) e che viene indicata come “‘u cul’e Gnesa” (il sedere di Agnese). Probabilmente il prof. Giuseppe Abbruzzo potrebbe dire molto di più e precisare o correggere tutto ciò che ho asserito fin adesso.
Da parte mia ho constatato che le due bocche non sono alimentate dalla stessa sorgente, anzi la bocca di destra, la cosiddetta “cul’e Gnesa”, ha la portata variabile e dipende con poco ritardo dalle precipitazioni atmosferiche: ha, quindi, un percorso sotterraneo superficiale. La bocca di sinistra, invece, mantiene quasi costante la sua portata per tutto l’anno e dovrebbe, quindi, essere alimentata da una falda acquifera più profonda.