AL ROGO I MISTERI!
I Misteri erano gruppi di statue, raffiguranti momenti della Passione di Cristo. Si portavano in processione per il paese. La chiesa dove erano custoditi era quella, comunemente detta di S. Domenico, per essere la chiesa annessa all’ex convento dei Domenicani. Li seguivano uomini dal torso nudo e posti sotto specie di pagliai di spine, che, facilmente urtavano alle carni. Questo andava ricondotto a un voto o a una grazia ricevuta. Secondo loro, così mortificavano le carni, per i peccati commessi che, certamente, avevano apportati mali e altro.
La fatica dei portatori dei Misteri era tanta, perciò, bisognava fare delle soste. Queste si dicevano posàti, perché si posavano i gruppi dei Misteri su palchetti appositamente costruiti in luoghi ben noti da anni.
La processione doveva essere comune in diverse parti d’Italia.
In un giornale di filologia romanza, ad esempio, si legge:
“La processione esce dopo le tre ore di agonia. Vanno avanti i cinque misteri (statue di legno). Il primo rappresenta la cattura di Gesù nell’Orto: ci è Giuda che bacia il maestro e lo consegna agli sgherri; – il secondo, Gesù legato alla colonna, flagellato da soldati romani; – il terzo, Gesù coronato di spine con la canna in mano; – il quarto, l’andata al Calvario, cioè Gesù con la croce sulle spalle preceduto da un soldato che a suon di tromba bandisce la condanna; – il quinto la crocifissione, cioè Gesù moribondo sulla croce, ai piedi della quale stanno i crocifissori, tra cui il soldato che lo trafisse con la lancia al costato.
Segue i misteri Cristo morto in un’urna di cristallo portata dai signori, poi l’Addolorata, poi la banda che suona la marcia funebre e grandissima folla. Ciascun mistero è preceduto dalla Congrega alla quale appartiene”.
Alle posate… ma cediamo al Padula che, in aprile 1864 ne scrive su Il Bruzio, evidentemente in occasione della Settimana Santa:
“Acri – Durano ancora nei nostri paesi le costumanze di andare attorno con una schiera di in processione nel dì di venerdì santo. Vi è Madonna, vi sono uno o due Cristi, vi sono le Marie, vi sono i Giudei, vi è Pilato, vi sono i preti. Questi innanzi alle botteghe dei mercanti, sotto balconi delle famiglie ricche fan fermare le statue, Pilato, i Giudei, le Marie in legno, e le Marie carne, che seguono la processione, e per sfoggiare la lor voce innanzi alle Marie in carne intuonano Stabat, il Miserere o altro: e premio dell’aperto gorgozzule è una bottiglia or di vino, or di ruhm, or di rosolio o acquavite, che il devoto bottegaio, e la devota famiglia offre ai preti. Si fa così nei santi stomachi una miscela che non ha nome, e che dà al volto dei preti il colorito delle statue dei giudei. In Acri in quest’occasione è succeduta una cosa scandalosa tra Raffaele Vasquez ufficiale della Nazionale (ndr Guardia Nazionale) e militi da una parte, e ‘l Sacerdote Clauso ed altri preti dall’altra. Noi deploriamo fatto, e preghiamo il bravo maggiore D. Raffaele Falcone, che sedò quel diavoleto, d’impedire negli anni venturi la ripetizione di queste scene. Queste goffe e sensuali processioni son respinte civiltà e dalla Religione; i preti non debbono bere e cantare per le vie come gatti in febbraio, ma raccogliere il popolo devotamente nella chiesa, ed istruirli dei subblimi misteri della Settimana Santa. Il Vasquez tirò al prete due colpi di sciabola di piatto, e ‘l prete restituì al Vasquez due solenni colpi di bastone”.
Il vescovo di Bisignano, ci dicevano anziani – certamente avevano sentito il racconto dai loro antenati -, venuto a conoscenza dei fatti proibì la prosecuzione di quella processione che, come dice Padula, si era ridotta a un baccanale dove preti, portatori e figuranti bevevano a mangiavano come fosse Carnevale. Il vescovo decretò, anche, che le statue si fossero bruciate. La statua rimasta, tra i Misteri, è quella del Cristo morto, sistemata in una bara di vetro, e quella dell’Addolorata.
Giuseppe Abbruzzo