Calcio Acri, liberi di sognare
Nessuno può conoscere come andrà a finire, magari c’è chi può ipotizzare e fare pronostici, ma di certo la stagione dell’Acri è già adesso, a cinque giornate dal termine del campionato, bella o brutta (dipende dai punti di vista) da raccontare: da scrivere c’è solo il finale, che i tifosi rossoneri, ed anche molti appassionati del calcio calabrese, si augurano possa essere a lieto fine. Un’annata tribolata, quella acrese, iniziata sul campo con 8 gol incassati nella prima uscita ufficiale contro la Morrone in Coppa Italia, e proseguita con l’esordio in campionato e 5 gol subiti per opera del Trebisacce. Una squadra costruita in una settimana da una società formatasi, in pochi giorni con un azionariato popolare promosso dall’attuale DG Leonardo Molinari. Si comincia scendendo in campo con tanti giovani, affidati alla guida di Pietro Delogu, allenatore sardo, sulla panchina dei rossoneri fino al mese di Ottobre: il dopo si chiama Angelo Andreoli, l’allenatore dell’ultima promozione dei rossoneri dall’Eccellenza alla Serie D. Una squadra, quella del presidente Torchiaro, che non è mai andata oltre al penultimo posto ma che paradossalmente non ha mai perso il supporto dei propri tifosi, che, nonostante i risultati, hanno sempre affollato la tribuna del “Pasquale Castrovillari”: la piazza di Acri resta sempre tra le più calde del panorama calcistico calabrese. Questo alcuni lo chiamano attaccamento ai propri colori, oltre ogni risultato ed oltre ogni categoria. Non sono certamente mancate le critiche, le difficoltà e i diversi punti di vista: le contrapposizioni fanno parte della vita, figuriamoci nel calcio. Non sono mancati neanche gli errori da parte della neonata società , da parte dei calciatori e dei vari staff, cosi come a volte anche dei tifosi: si vince insieme e si perde insieme, ma anche in questo caso ricorriamo alla “scialuppa di salvattaggio” dei modi di dire e quindi “errare humanum est”. Dal mercato di Dicembre tanti nomi nuovi, per dare una mano alla causa e scrivere un finale dolce: la fantasia di Marano, la grinta di Ferraro, l’estro di Le Piane, la corsa di Mancino, la potenza fisica di Kabangu, l’esperienza di Provenzano, la sicurezza in porta di Bellanza. Nelle ultime due uscite i rossoneri hanno dato spettacolo: due prove di forza contro due dirette concorrenti come Siderno e Cutro, sette gol realizzati e zero subiti. Due partite che hanno regalato anche tante storie nella storia: il ritorno in rosa del giovane Falcone (classe 99) salutato dal suo primo gol, il gol di Mancino contro il Siderno, proprio contro quella squadra che aveva visto il terzino acrese infortunarsi nella passata stagione, il gol del giovane classe 2001 Servidio che ha aperto il 3-0 contro il Cutro, la prima rete anche di Francois Kabangu, festeggiata con una serie di capriole che fanno sognare i tifosi acresi e fanno “volare” metaforicamente parlando l’Acri. Dati, questi, che nonostante la penultima posizione, con 18 punti, danno morale alla squadra e la possibilità di sperare, a cinque turni dal termine, in un finale che nemmeno il miglior autore sarebbe in grado di scrivere. Per il momento, però, facciamo ricorso al passato e nostro lo slogan “Liberi D Sognare”, con cui i tifosi rossoneri allestirono il “Pasquale Castrovillari” il 10 Aprile 2011, stagione della sorprendente promozione in Serie D: anche quello per i colori rossoneri fu un anno strano, una stagione dove la squadra di Andreoli non era partita per vincere il campionato ma che poi ha visto i lupi rossoneri trionfare. Ed allora, quel “Liberi D sognare” potrebbe venire utile anche quest’anno e magari fare da “titolo” al film della stagione 2019: ma questo i tifosi rossoneri lo scopriranno solo vivendo, e soprattutto tifando perché l’Acri non è di Tizio o Caio, l’Acri è della gente. Di sicuro, però, nessuno può mettere limiti ai sogni, anche quando la realtà sembra essere amara.
Francesco Spina