POMPIO: LA STORPIATURA DI UN TOPONIMO E UN ERRORE STORICO
L’italianizzazione errata di un toponimo, più volte, ha portato a fantasie menate per buone come storiche. Si è ingenerato l’idea, ad esempio, che Pompio abbia avuto origine dall’essere passato da quel luogo Pompeo Magno inseguito da Cesare. Tanti, stancamente, hanno continuato e continuano a ripetere la “favola”, ritenendola esatta.
Nessuno, ripeto nessuno più vicino ai tempi nostri, ha pensato che il dialettale Pumbìu si sarebbe dovuto italianizzare Pombìo e non Pompìo.
Noi, che ne sappiamo meno degli altri, ma ricordiamo la raccomandazione d’un caro e vero Maestro, che ripeteva, ad ogni pié sospinto, di dubitare di tutto, abbiamo ricercato e letto qualche cosina, che sconfessa chi ha messo in giro la sciocchezza, della quale ne era, forse, pienamente convinto. Ovviamente costui non aveva riflettuto abbastanza, né aveva ricercato sull’itinerario percorso da inseguito e inseguitore.
Cesare, oltrepassato il Rubicone, nel 49 a. C., come la storia riporta, era giunto a Corfinium, località posta a non molta distanza da Roma. Pompeo, non sentendosi sicuro, scappò a Capua. Da qui raggiunse Luceria e, costeggiando l’Adriatico, si portò a Brindisi, per raggiungere la Grecia. La sua fine, poi, è fin troppo nota e, perciò, non vale la pena ribadirla.
Pompeo, com’è evidente, non passò mai da Acri. Passò, come detto e attestato da tutti gli Storici, lontano le mille miglia.
Quell’acqua, alla quale attinsero generazioni di nostri antenati, trae orgine, secondo Padula, da Giove Pombio, al quale era consacrata quell’acqua lustrale, e, quel Pombio fu dialettizzato Pumbiu. La responsabilità di tutto questo la lasciamo a Padula, noi abbiamo solo voluto far luce su qualcosa di storicamente errato.
Giuseppe Abbruzzo
Grazie Peppe, errata corrige. Fin quando c’è chi studia si può sempre trovare la ragione delle cose. A volte inganna l’etimologia dell’ignoranza. Noi e tutta Acri ti dovrebbe esser grata per averci consegnato il nostro passato con l’impegno e lo studio che ti ha accompagnato per tutta la vita e che ancora oggi con le tue pillole di saggezza ci apre orizzonti e le porte per un futuro migliore. E’ vero e sacrosanto che conoscere il passato rende più vivibile il nostro futuro. Rende immortali gli uomini siano essi stati eroi o soltanto gente comune che ha fatto comunque la storia di una comunità che oggi ha perduto i suoi valori. Tu riempi quel vuoto che abbiamo fino ad oggi vissuto senza Confronto. Perciò dacci ogni giorno la tua conoscenza sulla nostra storia con le tradizioni e la memoria di quegli uomini che hanno reso possibile la convivenza civile con il riscatto attraverso la fatica e i sacrifici che queste generazioni non sanno neppure immaginare. Buon lavoro
Caro Francesco, grazie per le belle parole e gli apprezzamenti. Cogliamo l’occasione per ricordare a tutti i lettori l’importanza di intervenire e animare il dibattito, che è sempre fonte di arricchimento. A disposizione per approfondimenti e delucidazioni. Grazie ancora Franco, con la speranza di poterti ancora ritrovare e interloquire in rete. Un caro saluto, Peppe.
Il poeta Franco Curto, nel suo commento all’ultimo articolo del prof Abbruzzo, si esprime, sicuramente senza accorgersene, con toni da Padre Nostro : dacci ogni giorno la tua conoscenza…ed è bellissimo che lui consideri il prof Abbruzzo come il padre della conoscenza.
Bravo, Franco Curto, grazie, prof Abbruzzo che, come ha scritto l’amico Curto, riesce sempre a darci la ragione delle cose e degli eventi inquadrati nelle dimensioni spaziale e temporale, come, del resto, ha sempre fatto attraverso Confronto!
Carissima professoressa Azzarelli, grazie ancora per le belle parole usate nei miei confronti. Mi inorgoglisce e mi onora sapere che il mio lavoro trova interesse in persone come lei. Francesco Curto, amico di sempre, è innamorato della nostra terra e anche da lontano fa sentire la sua voce. Ha, d’altra parte, sempre partecipato alla vita culturale della sua città natale, dando spesso un valido contributo. Grazie e a presto rivederci su queste pagine, Giuseppe Abbruzzo.