E se Padia…
Di fronte a toponimi, in ogni tempo, in tanti si sono sbizzarriti nell’azzardare le etimologie e le origini più incredibili, a volte, incappando in granchi solennissimi. Non è esente, da tutto questo, Padia, il più vecchio rione di Acri. Qualcosa sul toponimo l’abbiamo scritta, a più riprese, qua e là. Vi ritorniamo per proporre una nuova ipotesi che, come tale, va verificata, cosa che può essere fatta da chi ne avesse voglia e tempo.
Come è noto, nel tempo, tanti toponimi scompaiono, sostituiti da altri.
Sarà stata la sorte del toponimo del citato rione?
Quel rione si chiamò sempre Padia? È difficile dare una risposta.
In tanto discutere consentiteci di azzardare un’ipotesi, che potrà essere condivisa o meno ma, trattandosi di ipotesi, ripetiamo, è tutta da verificare.
È noto che tanti toponimi cambiarono con l’arrivo dei coloni greci e per alcuni, certamente, si rifecero alla mitologia.
Sappiamo per certo che in Acri era presente il culto di Zeus, il Giove dei Romani.
Nella mitologia greca vi è Pandia, poi identificata con Selene, dea della luna.
Negli Inni omerici (XXXII), a cura di Filippo Càssola, si legge:
Con lei una volta il Cronide si congiunse in amore, nel suo letto:
ella concepì, e generò una figlia, Pandia,
che per la bellezza emerge fra gli dei immortali.
Selene, si legge nella mitologia greca, concepì con Zeus una figlia: Pandia.Della voce Pandia, si legge nel Totius latinitatis lexicon, del Forcellini (vol. III°, Lipsiae, MDCCCXXXIX) “Pandia = gemma, in qua unus se fulgor non potest continere, fluctuat aspectibus tremulis, dum lapis teneatur immobilis. Haec Cassiod. Variar. 5, 34. F.”. Nella citazione di Cassiodoro, nostro corregionale, si dice del fulgore tipico del cielo stellato, nel quale troneggia la luna: Pandia o Selene, che dir si voglia.
Le Pandie erano le feste che si dedicavano alla dea Pandia, la “tutta chiara”. Si celebravano il 14° giorno del mese di Elafeboline, ossia in occasione del plenilunio.
I Greci videro nel luogo su cui sorgeva Acri qualcosa di splendente e lo paragonarono e dedicarono a Pandia? Non possiamo affermarlo con certezza, ipotizziamo.
Il nome della dea Pandia suona, però, tanto simile al toponimo Padia, per la perdita della n, cosa che spesso si riscontra per altre lettere nel nostro dialetto.
Padula ne La Protogea scrive a proposito del toponimo in questione: “il paese dì Acri tenea il solo colle, che sempre si addimandò Padìa, vidi in questa parola il suo nome originario. Composto di padah (servavit) e jah (Deus), Padìa significa (quem Deus servat), il paese cui Dio conserva”.
Va precisato che Acri tenea il solo colle, vale: la sola parte abitata di Acri era Padia; e ancora che Padula faceva derivare ogni toponimo dall’ebraico.
Segnaliamo, in fine, quanto apparve nell’Archivio storico della Calabria, a proposito di altro luogo della nostra regione: “Pandosia, Pandia o Bandia, in onore di Pan o di Pandia (+ suffisso dosia o ia)”.
Interessante la nuova ipotesi sul toponimo di Padia, l’agglomerato urbano più antico della nostra cittadina. Interessante poter ristabilire un rapporto diretto con il nostro caro Professore Abbruzzo, come ai tempi di Confronto, giornale che noi leggevamo, mentre ci arricchivamo e ci compiacevamo. Benvenuto tra noi, acrinews; bentornato, Confronto; grazie del buon lavoro che, vista la partenza, sicuramente farete!
Ringrazio la Prof.ssa Azzarelli per le belle parole e l’apprezzamento; la ringrazio, anche, per avere colto il rapporto che lega “Confronto” alla nuova testata e alla rubrica da me tenuta. Ogni rilievo, apprezzamento, richiesta di approfondimento è per me uno stimolo e contribuisce ad arricchire e rendere più vivo sia il sito che il nostro lavoro.
Grazie Peppe, tante volte abbiamo avuto modo di parlare di toponimi,molte volte del significato etimologico di Padìa. Ricordo, mi sembra nella Protogea, del significato che Padula dà a Padia, ma quest’ultima ipotesi bellissima non la conoscevo. Mitica Padìa, La gemma di Acri allora, Figlia divina, e non poteva essere diversamente. Oggi forse ha perduto tanto della sua identità, una comunità che ho avuto la fortuna di conoscere molto bene, quando ancora aveva valori umani, che oggi non si rintracciano più in questa società liquida per dirla con Zygmund Bauman. Eppure a Padìa, nella sua semplicità ha sempre convissuto miseria e nobiltà. Da qui l’arte e il commercio. Le partenze e i ritorni con riscatto. Padìa la parte di un tutto, il cuore di Acri. Siamo dentro la storia della mitologia. Il mito aiuta a vivere e a difendere le proprie radici e la nostra storia.
Salve a tutti, vorrei chiedere al Prof. Giuseppe Abbruzzo, che stimo e saluto, se è totalmente da scartare l’ipotesi che l’origine del toponimo “Padia” non sia poi quella più ovvia nel nostro dialetto acrese cioè che derivi direttamente dall’espressione “ti padia” in italiano “ti batte” come padiatunu da paliatone, peada da pala ecc.
Magari gli abitanti si difendevano con pale e bastoni e padiavano cioè paliavano tutti quelli che tentavano di avvicinarsi.
Del resto i nomi o toponimi dei rioni di Acri sono abbastanza semplici da comprendere, senza ricorrere alla mitologia, ad esempio Castello, Cappuccini, Annunziata, San Domenico, Sopra l’orto, Catena, Calamo ecc.
Se Padia era così importante, come dice Lei Professore Abbruzzo ed anche il Padula, perchè non è rimasto il toponimo Padia al paese che invece è stato chiamato Acri ?
Poi visto che molti toponimi derivano da nomi di chiese o di santi, in alternativa, Le chiedo se Padia potrebbe derivare da Badia nel senso di Abbazia o Monastero ?
Grazie e complimenti per la Sua rubrica.
Caro Mango,
prendo visione solo ora del tuo commento. Grazie per l’apprezzamento.
La deduzione su Padia da “ti padia” è totalmente errata.
I toponimi riferiti all’esistente sono facili da comprendere, mentre altri è difficilissimo.
Tutto richiederebbe un lungo discorso che non è possibile fare in poche righe.
Grazie e continui a seguirci. Saluti Giuseppe Abbruzzo
Grazie a Lei Professore per la gentile risposta,poi ripensando “Padia” mi è venuta in mente una parola che conoscevo della lingua romena “Papadie” che significa Tarassaco e poi cercando su internet ho trovato “Papadia” in greco che sta ad indicare la moglie de prete ortodosso.
Cordiali saluti.
Salve!
Grazie per l’attenzione.
Papadìa in dialetto acritano significa intontimento, perciò, non può riferirsi a Padia.
Il tarassaco, poi, è detto daprista.
Tantissimi saluti
Grazie ancora Prof. Abbruszzo, Le rivolgo cortesemente un’altra domanda, se per caso conosce Lei l’origine dell’ espressione dialettale “eiadò” (non so se ho scritto bene) quell’espressione che per intenderci viene usata al posto di
” figurati, troppo poco, non c’è di che, è un mio dovere …”
Cordiali saluti
Carmine Mango